domenica 29 marzo 2015

[Opinioni film: A Man Who Was Superman] « Non è la forza ad aprire grandi porte di ferro, ma una piccola chiave. Tutti abbiamo dentro di noi una chiave per aprire la porta ad un nuovo futuro. »

INFO 

Titolo: 슈퍼맨이었던 사나이 / Shupeomaenyieotdeon Sanai
Conosciuto come: A Man Who Was Superman / If I were Superman / A man once a Superman
Genere: Commedia, drammatico
Regia: Jeong Yoon Chul
Sceneggiatura: Jeong Yoon Chul, Yoo Il Han, Yoon Jin Ho, Kim Ba Da
Durata: 102 min.
Anno: 2008
Nazionalità: Corea del Sud



TRAMA

Song Soo Jung realizza documentari sui cosiddetti 'casi umani' per una piccola compagnia. I suoi lavori sono sempre molto distaccati, come la sua personalità.
Un giorno, mentre si sta dirigendo sul luogo del suo prossimo documentario, le rubano la telecamera da sotto il naso ma all'improvviso compare un uomo con una camicia hawaiana che riesce a riportarle il maltolto, sostendendo inoltre di essere Superman e che ormai ha perso tutti i suoi poteri perché delle persone malvagie gli hanno impiantato della kryptonite nella testa. Nonostante ciò l'uomo passa il suo tempo ad aiutare, con piccoli gesti, le persone, convinto che questi piccoli gesti quotidiani con il passare del tempo faranno svanire la kryptonite che ha nel corpo.
Song Soo Jung è decisa a fare un documentario su di lui, intitolandolo 'Proteggi la Terra, Superman' ma mente lei userà l'uomo per un suo tornaconto quest'ultimo le insegnerà molte cose ed inizierà ad affezionarsi a lui, cambiandole totalmente la vita.


VOTO PERSONALE:

COMMENTONE PREGNO SUL FILM: 

Ho trovato questo film davvero emozionante e mi è piaciuto praticamente tutto se non forse per alcuni minuti ed una scena particolare che francamente mi ha lasciata un po' così ma di questo parleremo più avanti.
Non saprei come descrivere questo film perché è stato capace di emozionarmi come da tempo non mi succedeva e sicuramente ha saputo sorprendermi, nel miglior modo possibile. É un titolo che ti illude: all'inizio sembra una commedia spensierata di un personaggio pittoresco che crede di essere Superman ma con il passare dei minuti, con lo scorrere delle scene, il film acquista sempre più una sua sensibilità emotiva ed 'intellettuale' per così dire che spinge lo spettatore ad essere partecipe, ad immaginare e certamente il fatto che il regista abbia deciso di girare le scene in modo che fossero doppie è stato un punto a favore del tutto, in quanto ha dato allo spettatore l'onore e l'onere di decidere da sé quale versione guardare.



Volendo dare uno sguardo più da vicino alla storia vi potrei dire che Hyeon Suk è un uomo che fin da quando compare in scena asserisce di essere Superman e che ha perso i suoi poteri perché gli uomini bianchi, i nemici, gli hanno messo nel cervello un pezzo di kryptonite che inibisce le sue straordinarie capacità. L'unico modo che ha per poter ritornare ad essere sé stesso, il Superman con i poteri, è quello di aiutare gli altri, anche con piccoli gesti che presi singolarmente ai più possono apparire insignificanti ma che se messi insieme formano qualcosa di straordinario.
Ed è proprio con questa incrollabile voglia di aiutare il prossimo che, accompagnato dal suo singolare abbigliamento - ovvero una camicia haiwaiana dai colori sempre accesi -, aiuta il prossimo così come il padre, quando era piccolo, gli disse di fare prima di tornare su Krypton e lasciandolo solo con un lenzuolo rosso ed un abbraccio, volando via, lontano dalla Terra.
 


Song Su Jung è una giornalista cinica e distaccata che si occupa prevalentemente di girare documentari sui cosiddetti casi umani che odia le persone e che vorrebbe poter dimenticare quel lavoro sottopagato ed andare a fare qualcosa di meglio. Ha un fidanzato che è partito per la Mongolia e che lo spettatore non vedrà mai sai che perdita. Questi due personaggi fondamentalmente non avrebbero motivo di incontrarsi se non fosse che un giorno Su Jung venga derubata e, correndo dietro al ladro, rischi di essere investita ma che grazie al pronto intervento del Superman in camicia haiwaiana ritrova il maltolto e le ossa tutte intatte.

Vedere quest'uomo bizzarro la incuriosisce e decide di fare un documentario su di lui ed a seguirlo nelle sue avventure metropolitane come aiutare una vecchietta ad attraversare, far ridere dei bambini e via dicendo.
All'inizio la donna pensa solo a fare riprese e non si lascia coinvolgere poi molto dalle vicende e dalla vita dell'uomo, almeno fino a quando un giorno lui non si apre completamente e le racconta una storia, la sua storia, quella secondo cui degli uomini bianchi hanno immesso nel suo cervello un pezzo di kryptonite che inibisce i suoi poteri e che proprio per questo motivo è incapace di ricordare il suo passato. Come se non bastasse si sta prepando ad affrontare un'ultima missione, quella decisiva, quella che gli permetterà di volare così come gli aveva promesso il padre.

Ed è in questo contesto che si muovono i primi passi verso l'inevitabile diramazione così cruciale da inglobare tutto il film: Hyeon Suk non è la classica persona che verrebbe descritta dal mondo come mentalmente sana ed in un certo senso il film gioca molto sulla linea sottile che separa la più profonda follia dai sogni e dalla personalità così giocosa ed ottimista che il protagonista ha e che irrimediabilmente fa pensare ad un bambino per quella grande capacità di sognare anche se bambino non lo è più, un esemplare raro di adulto che ancora crede di poter realizzare i propri sogni e che lo fa sorridendo sempre e comunque. sta allo spettatore decidere quale delle due rispecchia meglio la propria visione del personaggio ma a me piace pensare che Hyeon Suk è un supereroe con i capelli arruffati, il sorriso che perennemente illumina il suo viso e che indossa una camicia hawaiana.
Il fatto poi che riesca a giocare a tennis con una bambina ed una pallina invisibile è qualcosa di straordinario, dimostra tutto ciò che ho appena detto e quella è una delle scene migliori del film a mio avviso, perché è proprio in quel momento che anche Su Jung si rende conto che non si commette reato ad immaginare qualcosa ed ecco allora che anche lei muove i primi passi in un nuovo mondo racchiuso in quello di tutti i giorni.




Il film non è solo una pellicola che parla di supereroi e sognatori ma anche di cose molto più serie quali l'indifferenza del mondo e le malattie mentali ed altri temi più 'gettonati' come l'inquinamento e l'ambiente, e seppur non sia un titolo esente da difetti di sicuro sa come entrare nel cuore di una persona e di non lasciarla indifferente. Trovo francamente impossibile rimanere indifferenti davanti a questa storia, alla storia di Hyeon Suk e di tutto il dolore che ha affrontato nel corso della sua vita.

Il finale mi è piaciuto moltissimo ed è stato davvero molto emozionante. É stata una visione particolare che non mi sono assolutamente pentita di aver fatto ed anzi vorrei proporlo a più gente possibile perché, nonostante non sia il film migliore mai girato nel mondo, resta a modo suo una piccola perla che secondo me andrebbe vista. Certo, quando uno inizia il film crede di trovarsi davanti ad una specie di commedia ma verso la metà del film si arriva ad un punto di svolta per così dire, ed ecco quindi che la commedia inizia a trasformarsi in una storia drammatica ma non per questo di meno impatto emotivo. throb

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