domenica 14 agosto 2016

[Pensieri fra le pagine: Paradiso amaro] « Ogni essere vivente discende da qualcuno, ed è una cosa notevole. Non c'è modo di conoscere tutte le persone che portiamo dentro. Per tutti noi arriverà il momento di stare in cima all'albero. Matthew e Joanie. Un giorno toccherà a noi. »

Buon pomeriggio tu!

Ho appena finito un altro libro di cui ricordo di aver visto anni fa la trasposizione cinematografica, Paradiso amaro. Non so bene cosa dire già adesso, perciò penso proprio che ti lascerò alle mie impressioni.

INFO

Titolo: Paradiso amaro (The Descendants)
Autore:
Genere: Drammatico
Pagine: 313
Formato: Copertina rigida
Editore: Newton Compton
Anno: 2012
Disponibilità (ad oggi): fuori commercio
Prezzo: 9,90€

TRAMA

Matt King, discendente di una ricca principessa, era considerato uno degli uomini più ricchi e fortunati delle Hawaii ma ora la sua buona stella sembra avergli voltato le spalle... Sua moglie, la modella Joanie, ha un brutto incidente ed entra in coma. Le sue figlie, Alex e Scottie, si dibattono tra i conflitti dell'adolescenza e un disperato bisogno di attenzione. A peggiorare le cose, una scoperta inaspettata: Joanie aveva un amante. Sembra l'inizio della fine. Invece è una rinascita. Perché Matt, finalmente, si rende conto di aver amato davvero Joanie ed è costretto ad affrontare il suo fallimento di uomo, di marito e di padre: un percorso doloroso ma salvifico.

VOTO PERSONALE:


COMMENTONE PREGNO SUL LIBRO: 

Paradiso amaro è un titolo che comprai più di due anni fa ormai ma che non ho mai letto, nemmeno di recente dopo averlo messo bello in mostra in libreria, nonstante ci abbia pensato più di una volta. Il fatto però di doverlo dare via per un'iniziativa mi ha spinta a volerlo leggere, poiché mi sarebbe dispiaciuto lasciarlo senza averlo nemmeno letto.
Non so bene cosa mi aspettassi dal romanzo, al punto che non ho nemmeno riletto la trama, l'ho semplicemente preso in mano e l'ho incominciato alla cieca. 

La storia punta molto sul dramma che inonda d'improvviso la famiglia King, con una madre ed una moglie in coma a causa di un incidente in barca, un padre che si è sempre curato più del suo lavoro che delle figlie e che si ritrova perciò spaesato e senza effettivo controllo su ciò che queste ultime dicono e fanno. Matt King, il protagonista, vive in una sorta di limbo emotivo sia con la moglie che con le proprie figlie; quando però succede la disgrazia si ritrova costretto ad uscire da quel torpore, soprattutto quando in ospedale viene paventata anche la situazione più drammatica.
La disperazione che emerge non può però reggere il confronto con la cocente delusione di scoprire che la moglie non è stata poi così fedele nei suoi confronti ed è proprio da questa scoperta che si dipana tutta la storia, la quale farà intraprendere a Matt, Scottie ed Alex - le due figlie - un viaggio alla scoperta della verità, dell'accettazione e anche una sorta di risveglio dal letargo emotivo in cui un po' tutti si erano loro malgrado rintanati. 
La figlia minore in particolare è costantemente alla ricerca di qualcosa che sia in grado di renderla degna della madre, mentre la maggiore riesce solo a provare un profondo rancore nei confronti della madre, al punto da aver troncato tutti i ponti con la stessa, fino al fatidico incidente.
Le difficoltà dei King però non sono solo il tradimento e il coma profondo di Joanie ma anche altre situazioni che, sommate a tutto il resto, rendono davvero difficile la vita ai protagonisti. 

Uno dei più grandi difetti del romanzo è che, emotivamente parlando, ci mette forse troppo tempo a carburare. In un romanzo dove il protagonista deve esprimere i propri sentimenti, soprattutto in una situazione drammatica come questa, deve per forza di cose riuscire a coinvolgere il lettore, a renderlo partecipe del suo stato emotivo, cosa che invece non accade subito, come si potrebbe 'banalmente' pensare. Ebbene sì, all'inizio il romanzo risulta quasi impersonale e distaccato, come se Matt stesse parlando della moglie, delle figlie, dei problemi di un vicino di casa con cui non c'è confidenza piuttosto che del suo mondo ma non posso nemmeno dire che questo difetto abbia influito così pesantemente sulla mia lettura. Certo è che bisogna fare uno sforzo non indifferente per provare ad immaginarsi la situazione, ad essere coinvolti, nonostante l'autore venga incontro al lettore in questo senso ad un certo punto della storia.

I personaggi si susseguono e si amalgamano, creando un insieme che fa sì che non sia solo Matt il protagonista - nonostante tutta la vicenda sia narrata dalla sua prospettiva -, ma che la storia sia anche di Alex, la figlia ribelle; di Scottie, la figlia che sta muovendo i primi passi nella adolescenza e non sa come rapportarsi con essa; di Sid la conoscenza di Alex che all'apparenza sembra solo un gran cazzaro ma che in verità nasconde anch'egli un dolore profondo. Ecco, per me i veri protagonisti sono tutti loro, anche se spicca sempre più degli altri Matt, con i suoi pensieri, le sue angosce e le decisioni che è costretto a prendere. 

L'epilogo è in parte prevedibile ma non è sciapo: in un modo o nell'altro infatti una sensazione riesce a fartela provare e tutto sembra avere un senso, come se improvvisamente le cose fossero tornate al loro posto grazie a tanto impegno e quasi sacrificio da parte dei personaggi stessi. 
Anche il legame che si instaura, la complicità e l'appoggio reciproco fanno sì che questa storia non sia sprecata, che il dolore non sia messo lì solo per bellezza e per far soffrire, che sia il punto di partenza e non quello che conclude una storia. 
Perché quando si conclude Paradiso amaro e si arriva all'ultima proposizione, non si sente quell'amarezza che si prova a dover salutare dei compagni di viaggio a cui nostro malgrado ci siamo un po' affezionati, no. Con questo libro si ha invece la sensazione che tutto ricominci daccapo, nonostante si sia ben consapevole del fatto che semmai tutto scorre senza che ce ne si accorga, che la conclusione del romanzo non sia analogamente la conclusione delle vite dei personaggi che lo compongono e questa è una cosa straordinaria. 

Il titolo, Paradiso amaro, ho scoperto essere una riedizione per così dire, poiché il primo titolo italiano dell'opera è Eredi di un mondo sbagliato, un titolo che sembra avere molto più senso oltre che una maggiore profondità adesso che l'ho finito. 
Sicuramente leggerò altre opere dell'autrice, la quale mi ha colpito favorevolmente nonostante quella sensazione di un'esposizione quasi asettica, che però non impedisce di godere appieno del titolo. 

 

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