mercoledì 6 agosto 2014

Chi non muore si rivede

Rieccomi qui a scrivere qualcosa su questo blog dimenticato dalla sottoscritta. 

Negli ultimi due mesi sono stata male e ho avuto anche qualche problema. Questa è la scusa che posso usare mentre mi giustifico dicendo che sono stata anche a pensare cosa poter scrivere di nuovo da quando mi sono ristabilita/disimpegnata. Il mio vero problema è sempre questo: vorrei scrivere un sacco di cose ma , una volta che mi metto lì a riguardarle mentalmente, mi sembrano una marea di cavolate e via, nel cestino! Quindi che posso dire? Non ho visto film emozionanti, sono andata in modo discontinuo dalla psicologa, ho conosciuto una nuova possibile amicizia e , rullo di tamburi, ho ripreso a leggere. Questa forse è la cosa più importante che mi è capitata da che sono " fuggita " da questo blog. Badate bene che per leggere intendo divorare un libro in una settimana, leggendo ad ogni occasione possibile. Peccato che alla fine il rimuginare sul finale - che non mi ha convinto pienamente -, mi abbia un po' spompato tutto il libro. E quindi sono ritornata alla lettura altalenante del Rosso e il nero, con le sue descrizioni squisite - e francamente rompicoglioni - dei muretti nel primo capitolo , con un protagonista di cui mi sono innamorata e di tutte quelle galline in seminario che gli girano attorno, e prima ancora di una donna sposata che cambia idea più di me; il che è tutto dire, credetemi. ;)
Ebbene, io ho provato a riprendere in mano questo bel tomo - bello come trama e scrittura e bello pesante! - non ritrovandomi più all'altezza del suo protagonista , dei suoi pensieri e soprattutto della sua fantastica e al tempo stesso pesante descrittività. Se c'è una cosa che ho scoperto negli ultimi due anni è proprio il mio amore per le descrizioni; non apprezzo molto quelle paesaggistiche, anzi dopo un po' mi stufano anche - vedasi Il Rosso e il nero - ma le descrizioni " umane " come le chiamo io, quelle descrizioni che riescono a farti amare o odiare un personaggio dopo poche righe, che te lo fanno immaginare nella mente come un fermo immagine di un film... Per farvi capire quanto io abbia amato - e spero di poter ritornare a quell'amore - questo libro, vi riporto i miei pensieri scritti in un'email. 

Il rosso e il nero non mi è mai dispiaciuto come dicevo poc'anzi a mia madre: semplicemente non digerisco troppo l'insistenza nello descrivere i paesaggi; scelta peraltro inutile se si conta che non ha nessun risvolto nei confronti della trama. Non me ne viene in tasca nulla nell'apprendere che a Verrierès stanno in fissa con i muretti - una modifica del classico " Io ce l'ho più grosso " in ambito paesaggistico - e che questo comporta prestigio in quella cittadella in mezzo al nulla. A me piace lo scrittore descrittivo ma non deve annoiarmi a morte; deve sapere armonizzare le lunghe descrizioni con gli elementi della trama in modo che non mi annoi e che non lo trovi eccessivamente pesante. Un esempio? La signora De Renal. Lei viene sempre descritta in modo impeccabile, mi emoziona ogni singola parola che la riguarda e ormai mi ci sto affezionando perché lei è solo una donna di trent'anni che ha una visione distorta dell'amore, composta da rozzi individui che riescono a ridere per la morte accidentale di un cane. In alternativa ha l'idea che i romanzi trasmettono dell'amore. Non la si può incolpare perché è cresciuta in convento e un prete, dirante una confessione, le ha raccontato delle cose così orribili , da farle credere che l'amore generi mostri perché composto da essi. Lei comunque , a quanto ho capito dal riassuntino dietro, sarebbe una specie di co-protagonista. Anche il protagonista mi piace molto, devo ammetterlo. Anche lui sempre descritto in modo impeccabile, emozionante... Me li immagino questi due personaggi a confronto e da soli e se per fare ciò basta un minimo di immaginazione, per innamorarsene così e avere un'idea che spacca il dettaglio, un po' di inventiva non basta: ci vuole la descrizione. :)
Lui è cucciolo gettato in una gabbia di fiere: ha delle opinioni che appoggiano l'ormai decaduto Napoleone ma si ritrova a doverle rinchiudere nel profondo perché a contatto con l'alta società, quella che più di altri , viaggia d'ipocrisia e falsità . E' odiato dai fratelli e dal padre, rispettato per le sue capacità dal sindaco - il signor De Renal - e conteso tra stima ed odio dalla servitù. L'unica persona con cui lui si sia potuto mai esprimere in assoluta verità ormai è morta da tempo e quindi finge quello che non è . Un po' come tutti al giorno d'oggi. ;(
Una delle parti più divertenti è una delle tante occasioni in cui si ritrova solo con la padrona di casa nel salotto. Devi sapere che lui non riesce proprio a parlare con le donne e quindi sta lì a scervellarsi per cercare un argomento adatto ad una conversazione ma , a conti fatti, lui sa solo parlare di Napoleone e chirurgia. Non ti dico come ha reagito lei quando le ha parlato di un'operazione chirurgica...... 

E per il momento passo e chiudo perché, come al solito, mi sono fermata troppo ed ora sono in un ritardo allucinante! 

Buon proseguimento a tutt*,

D.
 

Nessun commento:

Posta un commento